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In cima non ci sono i fiori

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In cima non ci sono fiori

Di e con Giada Fasoli

In cima non ci sono i fiori


Nel pieno della Storia, con la S maiuscola, dell’Unificazione Italiana, altre storie di vita quotidiana si intrecciano.
É l’estate del 1863 quando Alessandra Boarelli, detta Nina, tenta la prima ascesa italiana al Monviso. Una donna, madre di tre figli, colta e libera, con lo spirito d’alpinista nel sangue. Purtroppo la sua scalata verrà arrestata dal maltempo, lasciando alla Storia il primato
della prima ascesa italiana al Club Alpino guidato da Quintino Sella. Se la salita fosse andata per il verso giusto, sarebbe stata una donna a calcare per prima la vetta e farsi baluardo dell’orgoglio nazionale. Ma dell’impresa di Nina ne rimane traccia solo nella storia, quella piccola senza la maiuscola, adombrata dalla spedizione che porta l’effige ufficiale. Nina, anche se scottata, non demorde e l’anno dopo ritenta la scalata: Il Monviso non è solo un traguardo da raggiungere, è legato indissolubilmente a lei, ai ricordi della sua infanzia, alle speranze e alle ambizioni dell’età adulta.
Il Monviso è parte del suo DNA.

“In Cima non si sono fuori” vuole essere uno spettacolo in cui la figura di Alessandra Boarelli è in continuo dialogo con gli sconvolgimenti politici che caratterizzano il periodo Risorgimentale. Una voce fuori campo, simbolo della società dell’epoca e dei suoi pregiudizi, si contrappone ai monologhi di Nina in cui i suoi desideri, le sue paure e il suo ardore sono svelati al pubblico. Nel pieno del sentimento nazionalista la conquista della vetta diventa un’impresa “maschia”, un traguardo da raggiungere, anche per Nina all’inizio della sua avventura il Monviso è un trofeo, un modo per mettere fine alla sua “smania di andare”,“posare i piedi sulla vetta, tornare a casa, ed essere una brava madre, una buona
moglie e una bella persona”. Ma la montagna svela, svela la vera natura degli essere umani, soprattutto dopo un fallimento. Allora per Nina il Viso acquista tutto il suo valore simbolico e concreto, lei si sente insieme figlia e madre di questa roccia. E allora chiede il permesso al Viso, senza indossare “vesti” di altri, ma nuda nella sua più intima essenza.

Questo spettacolo è memoria. Memoria di vite che troppo spesso passano sottobanco, di vite che nella loro semplicità e forza ne possono ispirare altre. Nel 2024, sono passati esattamente centosessanta anni dalla seconda scalata di Alessandra Boarelli, il tempo sbiadisce i ricordi, ma la forza del Racconto e del Teatro sta proprio nel riuscire a ridare vita a qualcosa che rimarrebbe sommerso.

Un ringraziamento speciale a Linda Cottino, che con il suo libro “Nina devi tornare al
Viso” mi ha fatto scoprire questa donna fantastica.

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Ingresso con tessera ARCI, ARCYGAY, UISP
Contributo artistico libero
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Apertura tesseramento e convivialità ore 19,30
inizio live dopo
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